L’escursione parte da Cicogni, in comune di Pecorara, posto a 701
metri sul livello del mare e a 50 km circa da Piacenza; ha uno sviluppo
lineare di circa 11,5 km, tutti su sentieri segnati dal CAI (201, 101 e
203) e ha un dislivello complessivo di 693 m, raggiungendo la quota
massima sulla cima del monte Pietra di Corvo, a m. 1078; l’itinerario
può essere percorso in circa 3 ore e un quarto, al netto delle soste, ed
è privo di tratti pericolosi o esposti: solo sulla cima del m. Pietra
di Corvo occorre fare un minimo di attenzione, per il versante
settentrionale a precipizio sul bosco sottostante.
L’escursione può essere effettuata in ogni periodo, anche in quello
invernale, ma in caso di neve o ghiaccio è meglio accontentarsi della
sola risalita del m. Pian Perduto, ugualmente panoramico; in periodi
particolarmente piovosi, inoltre, il percorso dal Pian Perduto al colle
della Crocetta può presentare ampi tratti fangosi e allagati, spesso
aggirabili seguendo sentieri alternativi ben marcati.
DESCRIZIONE
Dalla bella fontana del paese, utile per il rifornimento delle
borracce, si scende ad attraversare il Tidoncello Merlingo su un’ampia
carrareccia (segnavia CAI 201), quindi si prosegue in costante salita,
prima nel bosco e poi allo scoperto, fino a Praticchia. Da quest’ultima
frazione piacentina si raggiunge, su un breve tratto di strada
asfaltata, il giardino botanico alpino Pietra Corva, già in territorio
pavese (comune di Romagnese), dove sono ospitate oltre 1200 specie
vegetali, e che possiede una importante raccolta di 50 specie tipiche
degli impervi ambienti ofiolitici. Nei recinti circostanti con un po’ di
fortuna si possono vedere caprioli, daini e cervi.
Si prosegue in salita nella faggeta, fino a raggiungere l’incrocio
con il sentiero CAI 101 che congiunge Travo con il Penice; da qui un
ulteriore breve sforzo porta sulla cima del monte Pian Perduto (m. 1063 –
spesso indicato come “Pan Perduto”) da cui il panorama, altrimenti
nascosto dalla vegetazione, si apre a 360° sulle valli del Trebbia e del
Tidone. Vicinissima si scorge a nord la Pietra di Corvo, sulla quale si
salirà tra poco; quindi a destra il m. Mosso, il Lazzaro e, in
lontananza la Pietra Parcellara; in primo piano il monte Pradegna, e
sull’altro lato della val Trebbia il crinale ofiolitico che la divide
dalla val Perino, quindi i monti che cingono la conca di Bobbio; più
lontano l’Aserei. Verso sud il monte Penice e, sull’orizzonte, il monte
Alfeo. In direzione dell’Oltrepò Pavese si individuano Romagnese ed il
monte Calenzone. Dal mare di alberi che si stende ai piedi del rilievo
emerge la piatta cima erbosa del monte il Groppo, come detto antica sede
di un castelliere ligure di epoca neolitica.
Ripreso il cammino, si ridiscende alla selletta, per poi guadagnare
la vetta del monte Pietra di Corvo (m. 1078 – indicata anche “Pietra
Corva”), così chiamato perché formato da nera roccia serpentinica: da
qui è possibile osservare anche la vallata del Tidoncello, con gli
abitati di Praticchia, Cicogni e, più lontana, Pecorara con il monte
Ciarello.
Imboccato il percorso Travo-Penice verso valle, tra enormi macigni
crollati dalle pareti sovrastanti nel folto del bosco, si raggiunge la
strada asfaltata nei pressi del passo Crocetta, che mette in
comunicazione la val Trebbia con la val Tidoncello.
Si prosegue sul sentiero fino ad aggirare le pendici del monte
Mosso, quindi si svolta sul tracciato CAI 203 che, con un percorso in
alcuni tratti incerto ma con segnavia abbastanza evidente, conduce prima
ai Piani di Busseto, poi di nuovo a Cicogni e all’autovettura.
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