lunedì 3 agosto 2015

Pan Perduto - Giardino Botanico Pietra Corva - Monte Pietra di Corvo

L’escursione parte da Cicogni, in comune di Pecorara, posto a 701 metri sul livello del mare e a 50 km circa da Piacenza; ha uno sviluppo lineare di circa  11,5 km, tutti su sentieri segnati dal CAI (201, 101 e 203) e ha un dislivello complessivo di 693 m, raggiungendo la quota massima sulla cima del monte Pietra di Corvo, a m. 1078; l’itinerario può essere percorso in circa 3 ore e un quarto, al netto delle soste, ed è privo di tratti pericolosi o esposti: solo sulla cima del m. Pietra di Corvo occorre fare un minimo di attenzione, per il versante settentrionale a precipizio sul bosco sottostante.
L’escursione può essere effettuata in ogni periodo, anche in quello invernale, ma in caso di neve o ghiaccio è meglio accontentarsi della sola risalita del m. Pian Perduto, ugualmente panoramico; in periodi particolarmente piovosi, inoltre, il percorso dal Pian Perduto al colle della Crocetta può presentare ampi tratti fangosi e allagati, spesso aggirabili seguendo sentieri alternativi ben marcati.
 
DESCRIZIONE
 
Dalla bella fontana del paese, utile per il rifornimento delle borracce, si scende ad attraversare il Tidoncello Merlingo su un’ampia carrareccia (segnavia CAI 201), quindi si prosegue in costante salita, prima nel bosco e poi allo scoperto, fino a Praticchia. Da quest’ultima frazione piacentina si raggiunge, su un breve tratto di strada asfaltata, il giardino botanico alpino Pietra Corva, già in territorio pavese (comune di Romagnese), dove sono ospitate oltre 1200 specie vegetali, e che possiede una importante raccolta di 50 specie tipiche degli impervi ambienti ofiolitici. Nei recinti circostanti con un po’ di fortuna si possono vedere caprioli, daini e cervi.
Si prosegue in salita nella faggeta, fino a raggiungere l’incrocio con il sentiero CAI 101 che congiunge Travo con il Penice; da qui un ulteriore breve sforzo porta sulla cima del monte Pian Perduto (m. 1063 – spesso indicato come “Pan Perduto”) da cui il panorama, altrimenti nascosto dalla vegetazione, si apre a 360° sulle valli del Trebbia e del Tidone. Vicinissima si scorge a nord la Pietra di Corvo, sulla quale si salirà tra poco; quindi a destra il m. Mosso, il Lazzaro e, in lontananza la Pietra Parcellara; in primo piano il monte Pradegna, e sull’altro lato della val Trebbia il crinale ofiolitico che la divide dalla val Perino, quindi i monti che cingono la conca di Bobbio; più lontano l’Aserei. Verso sud il monte Penice e, sull’orizzonte, il monte Alfeo. In direzione dell’Oltrepò Pavese si individuano Romagnese ed il monte Calenzone. Dal mare di alberi che si stende ai piedi del rilievo emerge la piatta cima erbosa del monte il Groppo, come detto antica sede di un castelliere ligure di epoca neolitica.
Ripreso il cammino, si ridiscende alla selletta, per poi guadagnare la vetta del monte Pietra di Corvo (m. 1078 – indicata anche “Pietra Corva”), così chiamato perché formato da nera roccia serpentinica: da qui è possibile osservare anche la vallata del Tidoncello, con gli abitati di Praticchia, Cicogni e, più lontana, Pecorara con il monte Ciarello.
Imboccato il percorso Travo-Penice verso valle, tra enormi macigni crollati dalle pareti sovrastanti nel folto del bosco, si raggiunge la strada asfaltata nei pressi del passo Crocetta, che mette in comunicazione la val Trebbia con la val Tidoncello.
Si prosegue sul sentiero fino ad aggirare le pendici del monte Mosso, quindi si svolta sul tracciato CAI 203 che, con un percorso in alcuni tratti incerto ma con segnavia abbastanza evidente, conduce prima ai Piani di Busseto, poi di nuovo a Cicogni e all’autovettura.

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