MILANO. Enduro, trial, quad, motocross, SUV, fuoristrada vari a due o
 a quattro ruote. Saranno questi i mezzi che da martedì 8 aprile 
potranno percorrere, e devastare, i poetici ultimi sentieri e le 
mulattiere ancora intatte sulle Alpi lombarde? A rischio potrebbe essere
 l’intera «viabilità agro-silvo-pastorale», come viene definita 
tecnicamente. Cioè tutti i sentieri – strade interpoderali comprese, 
anche in pianura- tra boschi, pascoli e campi agricoli, fino a oggi 
vietati al traffico motorizzato. Un quarto circa dell’intero territorio 
lombardo. È quello che temono, purtroppo molto seriamente, le 
associazioni ambientaliste. Prima fra tutte il CAI, lo storico Club 
Alpino Italiano, che ha lanciato l’allarme. E ha già raccolto più di 10 
mila firme in tre giorni, facendo impennare la mobilitazione tra gli 
amanti della montagna, con una petizione al Consiglio regionale della 
Lombardia perché si fermi lo scempio. Al suo fianco l’associazione 
Mountain Wilderness Italia, WWF e Lega Ambiente.
Vanno invece avanti come trattori, sicuri della loro maggioranza in 
Regione, i promotori del progetto di Legge 124 (Forza Italia e Lega 
Nord) in discussione il prossimo 8 aprile, primo firmatario il 
consigliere berlusconiano Alessandro Fermi. Contrarie le opposizioni: il
 Pd – tranne un consigliere – e il Movimento Cinque Stelle. Il progetto 
intende introdurre una deroga che consentirebbe ai Comuni di 
autorizzare, dove oggi è vietato, il transito «temporaneo» dei mezzi 
motorizzati.
«Nessun allarme – tranquillizza il primo firmatario della proposta, 
Fermi – non vogliamo liberalizzare il passaggio dei fuoristrada. 
Semplicemente vogliamo permettere ai sindaci di organizzare singole 
manifestazioni motociclistiche. Un’opportunità per recuperare sentieri 
abbandonati e favorire il turismo».
«Balle! È un cavallo di Troia per portare enduro e fuoristrada in 
zone dall’alto valore ambientale, soprattutto in montagna», replica 
Alessandro Gogna, uno dei protagonisti dell’alpinismo italiano. «Non ci 
fidiamo. Non crediamo al termine “temporaneo” – aggiunge – Gli interessi
 delle lobby motociclistiche sono fortissimi. Sappiamo benissimo come 
vanno a finire queste cose in Italia. Mentre il lavoro da fare sarebbe 
esattamente l’opposto: tutelare l’ambiente, favorire le nuove iniziative
 dei giovani, aiutare un turismo dolce, culturale, educativo».
Un progetto analogo a quello lombardo era stato approvato l’anno 
scorso dalla Regione Emilia-Romagna. Ma la protesta era stata, allora, 
piuttosto debole. Questa volta la minaccia alle Alpi e la maggiore 
organizzazione ambientalista sembrano capaci di generare una protesta 
decisamente più agguerrita. «La montagna è un ecosistema delicatissimo –
 spiega Renata Viviani, presidente del CAI lombardo – Noi abbiamo per 
legge il compito di conservare i sentieri. Quando passano duecento moto 
fuoristrada, una dopo l’altra, vengono scavate buche profonde, che poi 
vengono invase dall’acqua piovana. Ed è la fine, perché i solchi 
rimangono per sempre. È molto difficile ripristinare la condizione 
precedente. Ma anche la pianura è in pericolo, penso a tutte le zone 
agricole… Per questo abbiamo scritto un appello a tutti i singoli 
consiglieri regionali, di destra o di sinistra non importa. Fermatevi! 
Non distruggete quello che resta dell’ambiente, per i nostri figli, per i
 giovani che con la crisi stanno riscoprendo i lavori della montagna, 
per il paesaggio, che è di tutti i cittadini».
C’è una zona boschiva, l’Area Vasta della Val Grigna, in provincia di
 Brescia, tra la Valle Camonica e la Val Trompia, in cui i volontari del
 CAI sono particolarmente impegnati a collegare tra loro con sentieri le
 vecchie malghe, che stanno rinascendo, grazie al lavoro di molti 
giovani che tentano di combattere la crisi con start-up ambientali. Sono
 zone dove i malgari si muovono ancora a cavallo. «Zone come queste 
possono diventare il fiore all’occhiello di un nuovo escursionismo 
intelligente – si appassiona Renata Viviani – alla riscoperta di una 
civiltà che ritorna. A cosa servirebbero, altrimenti, lezioni come 
quelle che si tengono all’Università della montagna di Edolo, promossa 
dall’Università degli Studi di Milano, dove ha sede il corso di laurea 
in Valorizzazione e tutela dell’ambiente e del territorio montano?».
Organizzazione escursioni naturalistiche estive ed invernali in Oltrepò Pavese
sabato 12 aprile 2014
I Motori e la futura distruzione dei nostri sentieri!
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