Le criticità del Sito ovvero la conservazione degli
habitat possono dipendere dal grado di attuazione di
particolari attività antropiche, che nel complesso
vanno ad influire, ancorché razionalmente gestite,
sugli habitat stessi e sulle specie protette.
Si evidenziano ulteriori fattori, identificabili in
particolare nella cessazione delle pratiche agricole e
selvicolturali tradizionali, che hanno portato alla
formazione e al mantenimento degli habitat
seminaturali (H. 9260, H. 6210), nella gestione
dell‟area operata nell‟ultimo secolo da parte
dell‟uomo, che ha visto la creazione di popolamenti
artificiali di specie non autoctone o non
ecologicamente adatte, le quali hanno presto
evidenziato problemi di carattere fitosanitario, a cui
si è cercato di porre rimedio anche attraverso la lotta
biologica, in particolare con l‟introduzione della
Formica lugubris, e, infine, nella possibilità di
ulteriori incendi.
L‟area protetta si presenta, tuttavia, molto
interessante per la varietà di ambienti che contiene e
per la fruibilità didattico-naturalistico a cui si presta
e, dal punto di vista naturalistico-scientifico per la
possibilità di monitorare il naturale processo di
ripristino delle formazioni vegetali nelle aree colpite
dall‟incendio.
In questo ambito sono, infatti, presenti percorsi
escursionistici corredati di tabelloni esplicativi
utilizzati sia in maniera libera che tramite visite
guidate organizzate dall‟ente gestore.
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